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1.9 JTDM Owner Nero pastello Posts: 1289 774,73 ore
     
Salento, terra del fuoco
| ecco il trafiletto:
Cambio di vertici alla Fiat Dalla Toyota arriva Formica L'arrivo del manager fa parte della nuova riorganizzazione voluta dall'amministratore delegato Fiat Sergio Marchionne <script type="text/javascript">OAS_RICH('Left'); Fiat SpA assumerà dalla Toyota Motor Europe Andrea Formica che dovrebbericoprire il ruolo di capo delle vendite dei quattro brand del gruppoautomobilistico torinese. Lo rivela Automotive News Europe che spiegacome Formica, 49 anni, prenderà il posto di Lorenzo Sistino, che haassunto la responsabilità per le vendite per l'Alfa Romeo, Lancia, Fiate Fiat veicoli commerciali leggeri nel gennaio del 2009.
Sistino,48 anni, dovrebbe rimanere in Fiat, ma non è chiaro con quale ruolo. Inogni caso l'arrivo di Formica fa parte della nuova riorganizzazionevoluta dall'amministratore delegato Fiat Sergio Marchionne. Fiat non havoluto commentare la notizia, mentre un portavoce di Toyota Europe haspiecato che Formica lunedi scorso si è dimesso ma non ha volutofornire ulteriori dettagli. fonte: La Repubblica
...anche io la penso così, se costui è stato tra gli artefici dell'i pennata nelle vendite del gruppo giapponese, BENVENUTO!
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1.9 JTDM SW Owner Nero carbonio Utente del mese Dicembre 2010 Utente del mese Novembre 2014 Posts: 5487 1.782,83 ore
       
Matera
| scusa ma noi in casa negli ultimi 15 anni abbiamo avuto 1 uno 1000 fire 100.000 km venduta pari al nuovo 1 uno turbodiesel 250 e passa mila... 1 marea weekend td100 190.000km 1 fiat coupè 1.8 16v 145.000 finita contro un palo al nuovo proprietario,vari turni in pista!! 1 alfa 159 1.9 150cv 66000km,10000 da me 1 alfa 159 1.9 120cv 58000km 10000 da mio padre 1 alfa 156 1.9 105cv 250.000km sempre a palla mai nessun problema.. sulla 156 mio fratello ha cambiato la turbina.....ma solo perchè col suo piedino l'ha sfondata....e un sensore,qualche braccetto e un debimetro...stop!! sul coupè qualche sensore... sulla marea perdeva la pompa....100 euro e tutto ok!! credo che continuero' ad acquistare tranquillamente auto del gruppo!! | |
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Tutor 2.4 JTDM SW Q4 Owner Nero carbonio Utente del mese Agosto 2010 Posts: 3704 813,93 ore
    
parigi / ginevra / cuneo
| urbi - 9/9/2010 1:51 PM Schizoid Man - 9/9/2010 10:36 AM eh già, quell'esterofilia che mi ha visto acquistare 9 alfa e 4 lancia negli ultimi 13 anni... e NUOVE. Masochismo, si chiama masochismo Io direi collezionismo  D'ogni modo con i sistemi di leasing si finisce per cambiarla perfino ogni anno, mica male davvero. Anche quando avevo auto aziendali (prima francesi poi tedesche) non me le cambiavano prima di 2-3 anni e 60,000km. Alfa 159 FOREVER | |
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Moderatore 1.9 JTDM Owner Grigio stromboli "Divoratore professionista" Utente del mese Gennaio 2010 Posts: 2736 3.055,37 ore
    
Somewhere nearby the Eternal City...
| Marchionne: "Senza l'Italia il Lingotto farebbe meglio" L'ad intervistato a "Che tempo che fa": "Nemmeno un euro dei 2 miliardi dell'utile operativo arriva dal nostro paese". Poi smentisce l'impegno in politica: "Io faccio il metalmeccanico". Mano tesa sugli stipendi: "Pronti ad adeguarli a quelli dei paesi vicini". Durissime reazioni sindacali: "Parla come uno straniero".
ROMA - "La Fiat potrebbe fare di più se potesse tagliare l'Italia". E' quanto ha detto l'amministratore delegato del Lingotto Sergio Marchionne, ospite della trasmissione "Che tempo che fa", condotta da Fabio Fazio. "Nemmeno un euro dei 2 miliardi dell'utile operativo previsto per il 2010 - ha concluso - arriva dall'Italia. La Fiat non può continuare a gestire in perdita le proprie fabbriche per sempre". "L'Italia è al 118/mo posto su 139 per efficienza del lavoro e al 48/mo posto per la competitività del sistema industriale", ha aggiunto Marchionne. "Siamo fuori dall'Europa e dai Paesi a noi vicini - ha proseguito - il sistema italiano ha perso competitività anno per anno da parecchi anni e negli ultimi 10 anni l'Italia non ha saputo reggere il passo con gli altri Paesi, non è colpa dei lavoratori". Guardando alla classifica indicata, il manager ha commentato: "Non possiamo ignorarla, qualcosa bisogna fare, perchè non c'è nessuno straniero che investe qui". "Gli attacchi verso la Fiat di questi giorni - ha aggiunto - sono fuori posto e non aiutano a richiamare investimenti nel nostro paese dall'estero ".Marchionne ha poi smentito le voci che lo indicavano pronto a "scendere in politica". "Ma scherziamo? Io faccio il metalmeccanico, produco auto, camion e trattori", ha detto rispondendo ad una domanda. "Leggo il giornale tutti i giorni alle 6 - ha proseguito Marchionne a cui era stato chiesto di spiegare la recente affermazione secondo cui in Italia erano state aperte tutte le gabbie ed erano scappati tutti gli animali - ne escono di tutti i tipi, c'è una varietà di orientamenti politici e sociali incredibile, tutti parlano e non si capisce dove va il Paese". Tuttavia in questa situazione Marchionne ritiene che "si può avere fiducia nell'Italia, credo di sì, ci sarebbero soluzioni più facili, ma credo che sia possibile costruire qui una condizione diversa, sennò non mi sarei mai impegnato". Alla domanda di Fabio Fazio se c'è da fidarsi del futuro in Italia, Marchionne ha risposto:"Credo di sì. Credo che sia possibile creare una realtà diversa. In Italia le potenzialità ci sono, i problemi ce li creiamo noi".L'Ad della Fiat ha parlato anche delle vertenze in corso e in particolare della questione "pause". Il sistema di 3 pause ogni 10 minuti anzichè 2 da venti proposto per Pomigliano e Melfi è "già applicato a Mirafiori". "Fa parte degli sforzi - ha aggiunto Marchionne - per ridisegnare il processo di produzione, e i 10 minuti che si perdono sono pagati". Il Gruppo Fiat è pronto a portare i salari degli operai "ai livelli dei Paesi che ci circondano".Commentando la recente proposta di accorciare le pause di lavoro nello stabilimento di Melfi, Marchionne ha ricordato che si tratta di un progetto "disegnato per dare all'Italia la capacità di poter competere con i Paesi da cui siamo circondati. In cambio - ha proseguito - sono disposto a portare il salario dei dipendenti ai livelli dei Paesi che ci circondano". La situazione, ha poi precisato, "cambierà se arriveremo ai livelli competitivi degli altri". "Stiamo cercando - ha aggiunto - di creare le condizioni per aumentare questi 1.200 euro e il dialogo con i sindacati è assolutamente chiaro su questo".Marchionne ha poi ricordato che "colmare il divario con gli altri Paesi" per la Fiat è "un compito" per il quale però serve "la collaborazione di tutti". "Quando tre operai - ha detto, ricordando la vicenda di Pomigliano - fermano la produzione è anarchia e non democrazia". "La proposta che abbiamo fatto è dare alla rete industriale di Fiat la capacità di competere con i Paesi vicini a noi, in cambio io sono disposto a portare il salario dei dipendenti a livello dei nostri Paesi vicini". "Il salario cambierà - ha aggiunto - se cambierà il sistema di produzione in Italia, può darsi che sia un cambiamento difficile da sopportare, ma vogliamo migliorare i 1.200 euro di stipendio ai dipendenti".Parlando poi delle organizzazioni sindacali, riferendosi alla Fiom Cgil, Marchionne ha spiegato che "meno della metà dei nostri dipendenti appartiene a una sigla sindacale". Dopo aver spiegato che "più della metà non è iscritta al sindacato", Marchionne ha aggiunto che il 12,5% dei dipendenti è iscritto alla Fiom"."A Pomigliano - ha aggiunto - non abbiamo tolto il minimo diritto, abbiamo cercato di assegnare la responsabilità della gestione di uno stabilimento ai sindacati per gestire insieme a loro le anomalie". E ha poi aggiunto: "Quando il 50% dei dipendenti si dichiara ammalato in un giorno specifico dell'anno, vuol dire che c'è una anomalia". Alla domanda sul giorno in cui avviene tale anomalia, Marchionne ha replicato: "Dipende da che partita c'è".Marchionne ha comunque smentito possibili dismissioni delle aziende campane: "Se la Fiat dovesse smettere di fare auto in Campania, avremmo, credo, un problema sociale immenso, specialmente in una zona dove la Camorra è molto attiva". "Considerando l'indotto, lavorano 20 mila persone", ha spiegato per indicare la dimensione del problema. Riferendosi alla missione de Lingotto in zona, Marchionne ha criticato l'atteggiamento "dei sindacati che ci criticano". Riguardo alle richieste sindacali di conoscere il piano dei nuovi modelli previsti, l'ad di Fiat ha replicato: "Di nuovi modelli ne abbiamo quanti se ne vuole, dobbiamo però dare ai nostri stabilimenti la possibilità di produrre ed esportare, gli impianti devono essere competitivi, altrimenti non possono produrre e vendere niente". Marchionne ha poi confrontato l'Italia con la Polonia, dove: "I nostri 6.100 dipendenti producono oggi le stesse auto che si producono in tutti gli stabilimenti italiani".Marchionne è poi intervenuto sulle accuse alla Fiat di essere un'azienda "assistita dallo Stato": "Qualsiasi debito verso lo Stato è stato ripagato in Italia, non voglio ricevere un grazie, ma non accetto che mi si dica che chiedo assistenza finanziaria. E tra il 2008 e il 2009 la Fiat è stata l'unica azienda che non ha bussato alle casse dello Stato, diversamente da quanto fatto da molte concorrenti europee"."La Fiat - ha spiegato Marchionne - ha collaborato con lo Stato per costruire il futuro industriale del Paese, e oggi ha collaborato con il governo Usa per salvare Chrysler". Secondo Marchionne, quel tipo di collaborazione Stato-Industria esiste in tutti i Paesi del mondo, l'importante è ripagare i prestiti e che lo Stato non diventi "gestore delle società".Riferendosi a Chrysler, Marchionne ha precisato che "noi stiamo risanando l'azienda e pagheremo il debito".Riguardo all'Italia ha invece indicato che "noi non abbiamo chiesto finanziamenti come invece hanno fatto i tedeschi e i francesi, e gli incentivi sono soldi che vanno ai consumatori, e aiutano noi indirettamente perchè in Italia sette auto su dieci sono straniere".
Dure reazioni alle affermazioni dell'Ad della Fiat: "Le parole di Marchionne sono ingenerose nei confronti dell'Italia e dei lavoratori che hanno contribuito a fare grande la Fiat. L'azienda è nata e cresciuta nel nostro paese più di 100 anni fa, e se oggi è una multinazionale di successo è anche grazie a questo inizio." Lo afferma Cesare Damiano, capogruppo in commissione Lavoro del Pd. "Nel mercato globale la sfida della competitività è continua. Chi oggi guadagna domani può perdere e viceversa per questo non è condivisibile una logica che allude ad un potenziale taglio di rami secchi basato su un risultato di conto economico. Noi - continua Damiano - siamo per accettare la sfida che Marchionne propone, ma non condividiamo la filosofia che sottende. Le imprese devono fare profitti per avere un futuro, ma hanno anche una responsabilità sociale." "Il governo si svegli e reagisca e, come hanno fatto tutti i paesi industrialmente avanzati, si doti di una politica industriale per i settori strategici capace di sostenere innovazione e ricerca. Questo vale anche per l'auto e per i veicoli industriali e commerciali." "Il Partito democratico si batterà contro una scelta che possa "tagliare" l'Italia e chiede l'attuazione del piano d'investimenti promesso dal'azienda". conclude Damiano.Anche i sindacati, con diverse sfumature, criticano pesantemente le parole dell'Ad Fiat. Sergio Marchionne parla "come se la Fiat fosse una multinazionale straniera che deve decidere se investire in Italia", attacca Giorgio Airaudo, responsabile del settore auto della Fiom Nazionale."Marchionne - dice Rocco Palombella, segretario generale della Uilm - deve evitare di continuare ad umiliare i lavoratori e il sindacato che si è assunto la responsabilità di gestire anche accordi difficili". Palombella invita il manager del Lingotto "a chiarire una volta per tutte quale sia la reale intenzione della Fiat. Se vuole davvero invertire il rapporto tra la quantità di auto prodotte all'estero e quelle fabbricate in Italia - osserva - deve smetterla di fare dichiarazioni che sono la negazione di ciò. Un gruppo industriale che chiede responsabilità e consenso non può continuare a dire che dell'Italia non sa che farsene. E' un errore strategico".Per Bruno Vitali, responsabile Auto della Fim, "Marchionne deve credere di più nell'Italia e smettere di tenere tutti appesi. Ha sempre detto che qui perde, ma se investirà anche l'Italia genererà profitti come avveniva prima della crisi. Gli impianti sono nuovi e i lavoratori sono pronti a fare la loro parte". Apprezzabile, sostiene Vitali, l'idea di monetizzare con aumenti salariali l'incremento di efficienza nelle fabbriche."Io mi accontenterei che i lavoratori avessero il premio di risultato tagliato a luglio", osserva Airaudo che critica l'idea che "competitività e produttività si recuperino intervenedo sul fattore lavoro". Il segretario della Fiom precisa che a Mirafiori non è già in vigore il sistema di pause di 3 pause di 10 minuti anzichè quello di 2 da venti proposto per Pomigliano e Melfi. "E' curioso comunque - ironizza - che in uno stabilimento che fa tre settimane di cassa integrazione al mese si considerino utili dieci minuti in più di produzione".Durissimo Giorgio Cremaschi, presidente del comitato centrale della Fiom: "Il discorso di Sergio Marchionne è stato un concentrato di falsità e bassezze, un comizio reazionario antisindacale senza contraddittorio. E' un messaggio così brutale ed ingiusto - prosegue Cremaschi - che davvero andrebbe diffuso per convincere a scioperare".E in serata ha parlato anche il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi: "L'Italia è un Paese che già hadimostrato l'attitudine ad evolvere verso una maggiore competitività nel rispetto dei diritti dei lavoratori incluso il diritto ad incrementi salariali legati a una maggiore produttività. E se è legittimo da parte di Marchionne invocare maggiore produttivita", è anche vero che "la maggioranza delle organizzazioni sindacali e le istituzioni si sono già rese concretamente disponibili ai necessari cambiamenti"."Marchionne - commenta Sacconi - ci ha ricordato che Fiat oggi è un Gruppo multinazionale con stabilimenti distribuiti in diverse dimensioni economiche e sociali. Noi ricordiamo a lui che l'Italia è il Paese di storico insediamento del Gruppo automobilistico ove ha depositato impianti e soprattutto un grande patrimonio di esperienze e professionalita".
Alcune delle sue affermazioni sono sacrosante, ad esempio quando dice che è necessario recuperare competitività e che un'azienda non può sostenere all'infinito dei rami in perdita, però queste parole dovrebbero anche far riflettere quelli che ancora pensano alla Fiat come ad un baluardo dell'italianità: chi la guida è il primo a pensarla come una multinazionale ed a dirigerla secondo la logica conseguente...
Edited by Alpha 25/10/2010 8:48 AM
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1.9 JTDM SW Owner Blu oltremare Posts: 349 266,70 ore
   
palermo
| Da siciliano dico che se gli operai di Termini avessero prodotto quanto previsto nelle ore lavorative oggi Termini sarebbe ancora in vita, ed invece sono riusciti a produrre giorni e giorni di malattia, dopi lavori etc... Purtroppo la FIAT da azienda privata qual' non pu permettersi il lusso che si permette la pubblica amministrazione di tenere gente che non ha voglia di lavorare. I sindacati dovrebbero inculcare il senso della produttivit ai lavoratori e non cercare solo di fare la scalata politica alle spalle dei lavoratori.
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Amministratore 1.9 JTDM Owner Grigio Titanio Utente del mese Luglio 2011 Posts: 11080 8.692,30 ore
     
POTENZA
| Onde evitare di fare di tutta l'erba un fascio, vorrei ricordare che Termini Imerese chiude non per la scarsa produttività degli operai, ma perchè produrre la Y lì costa 1.000 euro in più ad unità rispetto a Melfi, un'enormità se si considera che poi questi 1.000 euro si ripercuotono sul prezzo di vendita castrandone la competitività in un settore spietato. Questa differenza di costo di produzione è dovuta al fatto che a Termini Imerese non esiste praticamente indotto e i pezzi per l'assemblaggio delle vetture arrivano direttamente da Mirafiori, ma non riescono ad arrivare direttamente al porto di Termini, cosa che la politica aveva promesso a Fiat in cambio dell'apertura della fabbrica, in quanto dopo decenni il porto sembra sia appena stato finito e ancora non è diventato operativo. Quindi i costi maggiori sono dovuti esclusivamente a costi di trasferimento delle materie prime e dei semilavorati, e ammortizzare 1.000 euro, ricordo come costo di produzione che in termini di prezzo finale significa molto di più, in un settore come quello delle utilitarie in cui la lotta è senza quartiere, significa perdere sistematicamente.
Comunque volevo sottolineare che almeno per quanto riguarda Termini Imerese le ragioni della chiusura non sono affatto da imputare agli operai.
Edited by geppito 25/10/2010 10:03 AM
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1.9 JTDM SW Owner Nero carbonio Utente del mese Dicembre 2010 Utente del mese Novembre 2014 Posts: 5487 1.782,83 ore
       
Matera
| emi159 - 8/10/2010 12:24 AM SportKnight - 9/9/2010 5:00 PM 1 marea weekend td100 190.000km Sei sicuro che non si sia rotta la testata????? scusami,ho scritto pompa senza specificare...era la pompa della nafta che perdeva...100 euro di spesa e tutto risolto!! testata mai nessun problema,tutto dipende da come le porti... in officina abbiamo una bravo td100 con 270000km e che diamo ai clienti,trattata a merda ancora resiste!!! | |
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Amministratore 2.0 JTDM SW Owner Bianco Ghiaccio [ex 1.9 JTDM SW Owner Grigio stromboli (2) Nero carbonio Grigio Titanio] "L'euristico" Utente del mese Novembre 2006 Posts: 9933 4.913,12 ore
        
London
| Alpha - 25/10/2010 8:40 AM Alcune delle sue affermazioni sono sacrosante, ad esempio quando dice che è necessario recuperare competitività e che un'azienda non può sostenere all'infinito dei rami in perdita, però queste parole dovrebbero anche far riflettere quelli che ancora pensano alla Fiat come ad un baluardo dell'italianità: chi la guida è il primo a pensarla come una multinazionale ed a dirigerla secondo la logica conseguente... anche perchè altimenti muori... quello che nessuno capisce è che non è che c'è scelta tra fiat italiana e fiat multinazionale. Magari puoi farla italiana, ma di proprietà di Volkswagen. Cmq il discorso di Marchionne è stato strumentalizzato, la mia lettura è che quelle frasi sono state dette come dimostrazione che nonostante tutto puntano sull'Italia, ma l'Italia deve collaborare... | |
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Moderatore 1.9 JTDM Owner Grigio stromboli "Divoratore professionista" Utente del mese Gennaio 2010 Posts: 2736 3.055,37 ore
    
Somewhere nearby the Eternal City...
| Badate che io non ho detto che Marchionne fa male a pensarla così, se notate non ho espresso giudizi di merito (anzi, a dirla tutta ne ho espresso uno favorevole)... Mi limito solo a dire a quelli che insistono con il discorso dell'italianità o meno del marchio Alfa che ormai parlare in ottica di "azienda italiana o non italiana" è un falso problema, una questione enormemente superata: non stiamo più in un mercato nel quale si compete in ottica nazionale o continentale, qui la concorrenza è mondiale e quindi anche le strategie devono essere adeguate se si vuole sopravvivere.
Questo però significa che per Fiat, come per chiunque altro, l'Italia è solo una delle soluzioni possibili, e attualmente non è nemmeno la migliore. Marchionne ha detto chiaramente che Fiat resterà in Italia se la cosa avrà un senso (economicamente parlando) altrimenti se ne andrà altrove: giustissimo, ma non è nulla di diverso da quello che farebbe chiunque altro, ERGO - da questo punto di vista - Fiat o VW o Tata o Chery pari sono...
Edited by Alpha 26/10/2010 8:53 AM
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Alfista in prova Posts: 82 97,62 ore
  
Romagna
| ho visto una puntata delle iene, in cui intervistavano operai della Fiat degli stabilimenti in Polonia... L'impressione che mi era stata data era tipo questa: Stipendi da 500/600/700 euro al mese; Possibilità di sciopero ZERO;diceva un operaio (non sciopero perchè ho paura di restare senza lavoro ); ora non vorrei mai che si tornasse anche in italia a questi livelli, ma neanche che i dipendenti siano talmente tutelati d tenere per le palle i datori di lavoro (es. le false maternità a rischio, ecc ecc...   )
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2.4 JTDM Q Owner Grigio stromboli "Mr. Lazza" Utente del mese Ottobre 2007
 Posts: 4754 1.621,97 ore
      
Verona
| vic63 - 26/10/2010 9:27 AM Stipendi da 500/600/700 euro al mese; Possibilità di sciopero ZERO;diceva un operaio (non sciopero perchè ho paura di restare senza lavoro);
E figurati com'è in Cina. Concorrenza impossibile. L'unico modo per vincere è la strada di Bmw Audi Mercedes... alta qualità, fabbriche gioiello, costante innovazione e altissimi prezzi di vendita. Invece Fiat ha stabilimenti vecchi, politicizzati dove NON si lavora ma si boicotta. Per come è messo il gruppo Fiat a livello tecnologico, qualitativo e di immagine converrebbe produrre nel bucodelculodelmondo. | |
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1.9 JTDM SW Q Owner Nero pastello "EPER umano" Utente del mese Marzo 2007 Primo utente del mese 2008
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Parma
| Pubblicata il 08/11/2010 L'amministratore delegato del Gruppo Chrysler, Sergio Marchionne. La Fiat 500 nella versione per il Nordamerica, dove sarà in vendita a partire da dicembre. La nuova Jeep Grand Cherokee. "Stiamo andando meglio del previsto, dovremo rivedere al rialzo i nostri obiettivi per il 2010", ha dichiarato l'amministratore delegato del Gruppo Chrysler Sergio Marchionne commentando i risultati del terzo trimestre. Da luglio a settembre, il gruppo americano ha registrato un utile operativo di 239 milioni di dollari e ha ridotto la perdita netta a 84 milioni di dollari.
Sedici novità. Nel terzo trimestre, Chrysler ha venduto 401 mila veicoli nel mondo, l'1% in meno del periodo aprile-giugno, incassando però il 5,2% in più, per 11 miliardi di dollari. "Il successo finanziario di Chrysler dipende dai veicoli che disegniamo, costruiamo e vendiamo. Abbiamo deciso di proporre 16 modelli nuovi o ristilizzati in 16 mesi". Durante la conferenza stampa, Marchionne ha tenuto a elencare i numerosi consensi che la stampa internazionale ha riservato ai modelli Jeep, Dodge e Chrysler già presentati. In particolare, riferendosi a Jeep, il manager italo-canadese ha detto che lo sforzo dell'azienda è tutto volto a ridare smalto al machio con prodotti come il restyling della Wrangler e soprattutto la nuova Grand Cherokee. Fra i lanci previsti per i prossimi mesi c'è poi quello della 500, che segnerà il ritorno della Fiat sul mercato Nordamericano.
Un buon trimestre. Chrysler investirà 850 milioni di dollari nell'impianto di Sterling Heights (Michigan), 600 milioni in quello di Belvidere (Illinois) e 27 milioni in quello di Etobicoke (Canada). Tutto in preparazione del 2011, anno in cui il Gruppo dovrà esibire tutta la sua potenza produttiva: di qui alla fine dell'anno, infatti, sarano presentati 10 nuovi modelli. "Abbiamo avuto un buon trimestre, dei buoni nove mesi, avremo senz'altro un buon anno", ha aggiunto Marchionne, sempre in conferenza stampa. Per questo, come dicevamo, le previsioni sono state riviste al rialzo: i ricavi commerciali dovrebbero attestarsi sui 42 miliardi di dollari (un anno fa si parlava di 40-45 miliardi) e il profitto operativo sui 700 milioni di dollari (si prevedeva di raggiungere la parità). C. Bal | |
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1.9 JTDM SW Owner Nero oceano" Utente del mese Agosto 2011 "dupiottesimo owner"
 Posts: 1891 1.416,18 ore
       
PUGLIA la terra del sole e del mare
| FIAT Un premio in USA per la tecnologia MultiAir - La tecnologia MultiAir è la “Best of What’s New”. L’autorevole rivista statunitense Popular Science ha conferito il premio alla tecnologia italiana per le sue innovative caratteristiche, che fissano nuovi standard in termini di efficienza ed ecologia. Il sistema di gestione elettro-idraulica delle valvole di aspirazione MultiAir fa così il giro del mondo e si aggiudica anche Oltreoceano un importante riconoscimento, che si aggiunge ai numerosi premi già ricevuti in tutta Europa. Negli Stati Uniti, la tecnologia MultiAir sarà presto disponibile in occasione del lancio commerciale della Fiat 500, che sarà equipaggiata con una motorizzazione FPT a 4 cilindri di 1,4 litri. Grazie al controllo diretto dell’aria di aspirazione cilindro per cilindro e colpo a colpo, senza l’utilizzo della farfalla, la tecnologia MultiAir riduce i consumi e le emissioni di CO2 fino al 10%, ottenendo, allo stesso tempo, un incremento della potenza del 10% e un miglioramento della coppia del 15%. Inoltre, attraverso l’accurato controllo della combustione, si riducono anche le emissioni inquinanti. Il MultiAir è una tecnologia versatile, facilmente applicabile a tutti i motori a benzina e con futuri potenziali sviluppi anche per i propulsori diesel. Da ricordare che proprio nel giugno di quest’anno, il motore FPT 1.4 Turbo, il primo ad adottare la tecnologia MultiAir, si è aggiudicato in Europa il prestigioso riconoscimento “Engine of the Year” nella categoria miglior nuovo motore dell’anno, assegnato da una giuria internazionale composta da 65 giornalisti specializzati provenienti da 32 Paesi. Attualmente il sistema MultiAir è disponibile sui modelli Abarth Punto Evo 1.4 Multiair Turbo da 165 cv, Alfa Romeo MiTo 1.4 Multiair da 105 cv e 1.4 Multiair Turbo da 135 cv e da 170 cv, Alfa Romeo Giulietta 1.4 Multiair Turbo da 170 cv, Lancia Delta 1.4 Multiair Turbo da 140 cv, Fiat 500 0.9 TwinAir Turbo da 85 cv, Fiat Bravo 1.4 Multiair Turbo da 140 cv e Fiat Punto Evo 1.4 Multiair da 105 cv e 1.4 Multiair Turbo da 135 cv. | |
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Alfista D.O.C. Posts: 671 333,55 ore
   
Torino
| In USA al Fiat si comporta come tutte le altre multinazionali: li fare attività di lobby e legale, quandi non mi stupire se il premio vinto fosse il solito premio che basta pagarew per ricevere. Il multiair, in italia, sta andando piuttosto male nelle vendite.
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Alfista D.O.C. Posts: 671 333,55 ore
   
Torino
| adriatico - 23/11/2010 7:14 PM kalokagathia21 - 23/11/2010 6:55 PM In USA al Fiat si comporta come tutte le altre multinazionali: li fare attività di lobby e legale, quandi non mi stupire se il premio vinto fosse il solito premio che basta pagarew per ricevere. Il multiair, in italia, sta andando piuttosto male nelle vendite.
Utente si chiama marketing e non solo in america, e poi il solito atteggiamento da italiota, sempre a sparlare dei prodotti nazionali, invece di andar fiero se un prodotto italiano è apprezzato all'estero...mha. Cos'ah di italiano la fiat uno venduta in brasile? E' progettata e realizzata fuori dall'italia da una Casa il cui ceo dichiara che senza l'italia l'azienda che dirige farebbe meglio. Io un'azienda così non la sento per nulla italiana e vicina alla mia nazione.
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